Primo giorno di fiera, arrivo clamorosamente in ritardo e mi cazziano, mi reco affannosamente alla postazione e accendo le luci. Mentre sistemo i miei gelati un gruppo di giapponesi mi chiede delle porzioni in coppetta, servo e torno alle mie attività, i giapponesi tornano più numerosi e servo altri gelati, mentre vengo ancora redarguito per il ritardo dal personale di sala. Si comincia a formare un capannello di gente che aspetta di essere servita, e là mi prendo la mia rivincita, le persone sono entusiaste, chiedono bis e tris facendo tanti complimenti, tornano ancora i giapponesi presentandomi il boss di un grande gruppo alimentare con sede a Tokyo, che mi chiede se sono interessato a collaborare per la realizzazione di una serie di gelati al Sakè. Davanti a questa offerta dei giapponesi resto un po’interdetto ma dopo essermi beccato le rimostranze del boss giapponese accetto, le sfide mi piacciono e mi rendo disponibile. Frigorifero svuotato, non posso più servire niente, in poche ore mi avevano spazzolato i gelati che avevo programmato per due giorni, questa incredibile affluenza al mio stand aveva suscitato qualche malumore intorno a me, infatti ero stato invitato a rallentare la distribuzione. Faccio la seconda stronzata della giornata, me ne torno a frascati, devo preparare il gelato per il giorno dopo, ma ho in mente i giapponesi e su come fare il gelato Sakè. Secondo giorno, arrivo puntuale, tutto tranquillo mi reco allo stand, ma vengo fermato e accompagnato in direzione, altra cazziata, devo giustificare l’uscita anticipata del giorno prima e mi danno un ultimatum, al prossimo richiamo sono espulso dalla fiera. La fiera finirà con un grande successo per i miei gelati e tre cose resteranno scolpite, il mio nuovo approccio a radio e TV locali e nazionali, l’importantissimo lavoro con i giapponesi, che mi aprirà le porte con le consulenze all’estero insieme ad una nuova strada da esplorare ricca di occasioni, che felici o no, lo saprete continuando a leggerci…