Dopo il Cibus mi arrivavano molte richieste dai giornalisti per dei servizi e devo dire che la cosa mi dava piacere, mi sentivo ripagato; con le TV romane rimanevo molto impacciato, forse subivo e subisco ancora oggi il complesso della telecamera, non so mai se guardare chi mi intervista o la macchina da presa, ma con le radio no, so na scheggia. Il rapporto con i giapponesi andava avanti e mentre lavoravo per cercare la ricetta giusta per il gelato al Sakè, venivo inviato ad eventi organizzati dall’Ambasciata del Giappone o dall’Istituto di Cultura Giapponese. In queste occasioni avevo riscontrato una certa simpatia con l’Ambasciatore di allora, ogni volta mi cercava e mi chiedeva “Roberto cosa ci hai portato di buono oggi?”, non credevo a quello che vedevo, con tutti un rapporto molto formale a me, invece, dava del tu e ogni volta non vedevo l’ora di incontrarlo.
Ma ecco che arriva la mia incredibile gaffe.
Un anno, appena tornato dalle ferie, controllo la posta arrivata e noto un invito alla residenza privata dell’ambasciatore del Giappone a Roma, che recitava:
“La sua signoria è invitata con la sua signora alla serata di gala per festeggiare il genetliaco (per capire cosa significava questa parola ho dovuto consultare il vocabolario) del nostro Imperatore etc. etc.
Porca miseria, questa la racconterò ai miei nipoti, sì ma solo questo perché poi la feci una figura di m….. che rimarrà scolpita sui muri. Arrivo alla residenza e già solo a vedere gli altri invitati con quale auto arrivano decido di parcheggiare lontano ed arrivare a piedi. All’ingresso c’era un signore che dava il benvenuto, ci arrivo davanti, dò il mio timido buonasera ed entro, subito veniamo intercettati dal servizio di sicurezza, ci chiedono chi siamo e chi ci ha invitati ma l’invito ci è stato ritirato all’ingresso, momenti di forte imbarazzo, la favola era già finita, cerco di capire dove sia l’Ambasciatore e mi dicono che è il Signore che dà il benvenuto sulla porta di casa e che io ho scambiato per uno del personale di servizio. Sull’invito ricevuto non avevo prestato attenzione che la firma non era del ormai vecchio ambasciatore, mi sarei messo a piangere per l’incredibile gaffe, ma per fortuna mi salvava sempre il mio gelato. Anno successivo partecipo alla due giorni del cinema giapponese, vengo inserito nella seconda giornata, spettacoli, film e intrattenimento, presenze prenotate 800 circa, mi vengono ordinati 30 chili di gelato al Sakè, preparo un Sorbetto di mosto d’uva, di vino cannellino, di Fragoline di bosco e di Sakè, avvicino i castelli romani al Giappone. Prima dell’inizio degli spettacoli si fa una riunione di tutta l’area ristoro e si suddivide in quattro tempi di 15 minuti la distribuzione di cibi e bevande, credetemi, in meno di 15 minuti sono finiti I 30 chili di gelato. Eravamo in tre a servire e abbiamo subito un’onda umana che ci ha investito in meno di 15 minuti.
Stanchi storditi ma vincenti……alla prossima amici.