Quando mi si chiese se accettavo di andare in India per organizzare l’apertura di una piccola fabbrica di gelati non esitai e diedi subito la mia disponibilità, ormai era un po’ di tempo che non facevo niente di rilevante, il mio impegno nel lavoro sembrava non interessare più a nessuno e nelle persone a me vicine avvertivo una certa indifferenza. Questo clima mi riportava i dubbi che mi affliggevano nei primi periodi, dove mi chiedevo se la mia idea potesse essere valida, e la mancanza di sicurezza mi dava molta inquietudine. Accettai ma non chiesi compenso, solo gli spostamenti aerei, vitto e alloggio, volevo a tutti i costi questa opportunità di rimettermi in discussione. Mi sono scontrato con una mia grande fobia, la paura dei serpenti, in India sai quanti ne trovo, vengo rassicurato, ingenuamente ci credo ma quando mi trovo sul posto maledico il giorno che ho accettato. Quando cammino passo a distanza di sicurezza dai margini delle strade, guardo sempre per terra come se avessi perso qualcosa, passo alla larga dagli alberi e ad ogni fruscio mi si gela il sangue, in più ci sono dei topi giganteschi che scorrazzano tranquillamente tra le persone e nelle case, come animali domestici. Mamma mia che situazione.
All’arrivo troviamo una temperatura di circa 45 gradi, ci viene data una bottiglia di acqua zucchero e sale, hanno paura che sveniamo. La prima notte stanchi del viaggio e del fuso orario io e Luisa dormiamo di sasso, la mattina dopo al risveglio mi trovo come delle escoriazioni su un braccio a forma di orma e né io né gli altri sappiamo trovare una spiegazione, ma vabbè tiriamo avanti.
Continua…