Con Vittorio ci diamo appuntamento per imbarcarci per Bangkok via Istanbul e incredibilmente quel giorno il raccordo scorreva infatti riesco ad arrivare in anticipo. Con grande stupore Vittorio era lì ad aspettarmi, aveva già imbarcato i suoi bagagli e aveva appena finito uno spuntino, io stupito gli chiedo da quanto fosse arrivato, ero in anticipo io figurati lui… Dovevamo trovare il modo di ammazzare il tempo mentre aspettavamo, ci giriamo l’aeroporto, andiamo da per tutto neanche fossimo del servizio sicurezza, ogni tanto facciamo un break al bar e il tempo passa. Prima di partire cii promettiamo di fare un buon lavoro per mantenere il contatto estero e meritarci la riconferma, “così la prossima volta ci veniamo con le famiglie e uniamo lavoro e vacanze “.
Arrivati a Bangkok ci accoglie una calura mai provata prima, resto sorpreso dal caos della città, dai cattivi odori, dal degrado, dalla povertà ma anche dalla continua presenza di polizia e esercito in ogni dove, su ogni strada o svincolo c’è un posto di blocco, tra me penso “alla faccia della Cina, la che vige una dittatura puoi andare liberamente dove vuoi, qua ti controllano ad ogni passo”. Arriviamo sul posto di lavoro e troviamo una organizzazione molto scrupolosa e accurata, ci sono il personale di laboratorio che ci coadiuverà, ci sono due persone che annotano tutto quello che accade in laboratorio, compresi i test non soddisfacenti, insomma non sfugge niente del nostro lavoro, ma per noi non è un problema, siamo sicuri del fatto nostro. Non ci vuole molto a capire l’andazzo del posto e noi procediamo spediti, mi vanno gli occhi sulla stanza dei rifiuti e vedo che sono inferiori ad un attimo prima, chiedo “sono venuti a ritirare i rifiuti e non li hanno presi tutti?”, mi si risponde “non c’è stato alcun ritiro, non è questo l’orario”, vabbè mi sarò sbagliato, il giorno dopo stesso dubbio, qua facciamo scarti alimentari e come per magia spariscono. Boh!!!
Cosa succedeva, i gelati alla frutta venivano fatti con l’estrattore perché la disposizione era quella di non mettere le fibre e la polpa dei frutti, quindi si utilizzava solo il succo filtrato, e tutti gli scarti venivano presi e mangiati dal personale di laboratorio.
Continua…