Per un certo periodo di anni ho dato corsi di gelateria per ANPA (accademia nazionale professioni alberghiere), dove conobbi Vittorio e tante altre persone che inconsapevolmente hanno contribuito ad accrescere il mio bagaglio di esperienze, allievi compresi, ragazzi e ragazze, uomini e donne che con le loro domande hanno aperto tante porte che magari in quel periodo neanche vedevo, poi ANPA si fuse con IL PALAZZO DEL FREDDO di FASSI e nacque ATENEO DEL GELATO, e con i colleghi e gli allievi facevamo molti eventi pubblici per promuovere i corsi.
Il più emozionante per me fu quando andammo a Cascia un anno dopo il terremoto, andammo a portare un po’ di serenità a questa cittadina umbra devastata dal terremoto, girando per Cascia vedevi i palazzi con una spaccatura dalle fondamenta fino al tetto, come se una grossa lama avesse diviso a metà l’edificio, poi le facce sorridenti dei bambini e quelle ancora cupe degli anziani, il prodigarsi del personale della Protezione Civile per assicurare alla gente dei pasti caldi.
Eravamo uno staff di 8 persone, io, Vittorio e 6 allievi, ci dividemmo così, io e un allievo in produzione, due allievi con la macchina che tenevano i contatti e i rifornimenti necessari tra il laboratorio e la piazza dove si teneva la distribuzione, la c’era Vittorio con altri 4 allievi a distribuire gelato. In queste occasioni Vittorio si scatenava, quanto gli piaceva la gente, la confusione, la calca, si trasformava e ti faceva passare il tempo senza sentire fatica, ci si divertiva. Io preferivo la solitudine del laboratorio, il pensare a quello che devi fare, quella concentrazione che è un misto di riflessione e di idee. A sera dopo aver fatto gelato per tutta Cascia, i suoi ospiti e passanti, stanco morto me ne sono tornato a casa, mi avevano riconosciuto il grande lavoro fatto in produzione e mi avevano mandato a casa prima.
Dopo qualche anno sono tornato a Cascia, la situazione era in alcune zone notevolmente migliorata, in altre molto meno, parlando con delle persone del posto ricordavamo quel giorno e mi ringraziarono ancora per quella festa.