Era un periodo molto proficuo sia in gelateria che sul fronte scolastico, tutto funzionava bene, così un giorno cedetti alla proposta di un mio allievo che si proponeva di farmi da rappresentante.
Arrivano i primi clienti e tra questi c’è il nome di uno forte forte forte, alche’ esprimo dei dubbi, “hai capito bene?” ripeto più volte al mio rappresentante, “non ho dubbi ” mi risponde ad ogni mia domanda. Allora mi dico “e se avesse ragione, mi aspettano e non mi presento?”, preparo i miei campioni di gelato e mi accingo a consegnare al destinatario.
Arrivo in un posto lussuosissimo, di grande eleganza e per un momento sono tentato di non entrare, il solito dubbio mi assale “e se mi stanno aspettando?”. Entro e chiedo del responsabile di cucina, vengo accompagnato in cucina.
Una volta chiarito il motivo della mia presenza, molto garbatamente vengo fatto entrare in cucina, una cucina immensa con annesso staff per gli antipasti, una cucina con staff per i primi, altrettanto per i secondi piatti, per i dolci e per la panificazione, quante cucine ho citato? Pensate quanta gente lavorava là. Altrettanto garbatamente mi viene detto mentre mangiavano il gelato, che non potevano acquistare prodotti finiti dall’esterno, che ogni portata che veniva servita doveva essere interamente prodotta dalle cucine.
“Anche se lei fa il gelato meglio di noi, e non ci sono dubbi, non possiamo servire prodotti dall’esterno”.
Mi scuso e vado via.
Probabilmente ci sono rimasti male anche loro, o forse io diedi l’impressione di andar via umiliato, ma come detto prima, ero sicuro che il tutto fosse un grosso equivoco, dopo un po’ di tempo ricevo un invito a partecipare ad una serata di gala e naturalmente ci vado, porto i miei gelati e il servizio, come da richiesta, lo svolgo in frac prestatomi da mio padre.
Serata bellissima indimenticabile, piena di personaggi del cinema e della TV e tanti complimenti al gelato